Nell'ambito della mostra "A che punto è la NOTTE", fino al 16 ottobre è in programma un ciclo di conferenze di astrofisica pensate per offrire modi di vista innovativi, anche virtuali, e differenti livelli di approfondimento sul tema. La rassegna è a cura di Simone Iovenitti. Un viaggio insieme agli astrofisici Patrizia Caraveo, Stefano Covino, Gabriele Ghisellini, Paola Battaglia, Marco Bersanelli.
Le conferenze si tengono al Centro Verdi - Via XXV Aprile.
Sono aperte al pubblico su prenotazione, per motivi di sicurezza sanitaria, scrivendo a
info@mostrascientifica.it
e possono essere seguite anche su YouTube i venerdì alle ore 21.15
9 OTTOBRE - Paola Battaglia IL MISTERO DELL’UNIVERSO OSCURO
Tutto ciò che possiamo vedere, annusare o toccare è costituito da “normale materia”: formata da atomi, è il costituente anche di stelle e pianeti. Gli astronomi ritengono che debba esservi anche un altro tipo di materia presente in tutto l’universo: la “materia oscura”. Studiarla direttamente è di fatto impossibile: infatti non emette, assorbe o riflette la luce. Oggi sappiamo che solo il 5% circa della materia dell’universo è “normale”; il 27% circa è materia oscura. C’è un secondo ingrediente “oscuro” che costituisce ben il 68% dell’universo: l’energia oscura, responsabile dell’accelerazione del moto di espansione dell’universo stesso. Siamo riusciti a capire cosa sono materia ed energia oscura? Come abbiamo scoperto la loro esistenza? Cosa si sta facendo per studiarli?
GLI ALTRI APPUNTAMENTI
16 OTTOBRE - Marco Bersanelli LA PRIMA LUCE DELL’UNIVERSO
Perché la notte è buia? Questa domanda, apparentemente banale, contiene un indizio potente sulla natura e sull’espansione dell’universo. Oggi sappiamo che il fondo nero del cielo è rischiarato da una luce estremamente tenue (detta “fondo cosmico di microonde”), grazie alla quale i cosmologi hanno ricostruito un’immagine ad alta definizione dell’universo appena nato, un’istantanea cosmica che risale a 13.8 miliardi di anni fa. La nuova generazione di osservazioni del fondo di microonde mira a sondare l’universo nelle sue prime minuscole frazioni di secondo di esistenza